giovedì 22 settembre 2011

Visita alla Basilica di San Gavino P.Torres

 

 


Il primo giorno ormai è volato! Dopo aver trascorso la prima notte a casa dei ragazzi, gli ospiti svedesi, alle otto e mezza, si sono radunati all’entrata della scuola per cantare l’inno svedese, l’inno italiano e quello europeo (l’inno alla gioia di Beethoven) insieme alla preside Giovanna Contini e al sindaco Beniamino Scarpa, con tanto di gonfalone comunale, convinto che “questa esperienza permetta ai giovani di Porto Torres di crescere e imparare tradizioni e usanze straniere”.


Dopo il giro dell’istituto finalmente il banchetto, apprezzato sia dagli alunni che dai professori. Alle undici Giancarlo Pinna, vestito col tipico abito sardo, ha atteso gli studenti all’entrata della basilica romanica di San Gavino. “ Questa chiesa racchiude al suo interno una grande particolarità, come del resto la piccola città che la custodisce da un millennio. Giancarlo, aiutato da un’insegnante svedese che eseguiva la traduzione in inglese, ha raccontato la storia della basilica, “cattedrale del regno di Torres”. Ha accompagnato, passo dopo passo, gli ospiti svedesi lungo il percorso, seguito da tutti con grande attenzione ed interesse. “I turritani devono essere orgogliosi delle loro origini, ma non si accorgono delle ricchezze che li circondano. Devono assolutamente aprire gli occhi e ammirare il valore della nostra città, poiché conoscere significa amare. Amare una cosa significa farla conoscere anche agli altri”, questa la conclusione del discorso del sig. Pinna, follemente innamorato della sua terra e delle sue tradizioni.

La chiesa ha incuriosito tantissimo gli ospiti svedesi che rivelano di “apprezzare e amare l’arte italiana, conosciuta e rappresentata all’estero da alcuni tra i più grandi artisti di tutti i tempi come Michelangelo, Caravaggio e Leonardo".

Dunque questa mattina abbiamo trascorso gran bei momenti, ma la giornata non è ancora finita. Stasera a Balai i nostri ospiti svedesi si tufferanno tra le acque cristalline della spiaggia sarda.
di Andrea Roggio

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